martedì 7 marzo 2017

EURUSD previsioni, il dollaro recupera leggermente ma attende i tassi e vari macro

Nonostante la conferenza stampa di Trump al congresso e il PIL americano sopra le stime, l’EURUSD è cresciuto leggermente questa settimana senza però fornire dati su eventuali rafforzamenti del biglietto verde o un cambio di direzione. Attendiamo i tassi di interesse, storicamente, col rialzo dei tassi il dollaro dovrebbe rafforzarsi ulteriormente portandosi in area 1.04. La coppia ha tentato di crescere all’inizio dell’anno, ma i dati peggiori del previsto sugli ordini di fabbrica tedeschi di gennaio hanno interrotto la ripresa.

Secondo i dati ufficiali, i nuovi ordini nel settore manifatturiero sono scesi del 7,4% nell’ultimo mese, contro una crescita del 5,2% a Dicembre. La lettura annuale diventa così negativa a -0,8%, da un precedente positivo dell’8,0%. L’unione europea ha pubblicato i dati definitivi sul PIL dell’ultimo trimestre rimanendo invariato a 0,4% per il trimestre e all’1,7% su base annua, mentre negli Stati Uniti, c’è poco che può scatenare grandi movimenti, il paese rilascerà la sua bilancia commerciale e il dato sul credito al consumo nel pomeriggio.

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Il rischio delle elezioni europee

Noi siamo convinti che il rischio politico nei prossimi mesi, come anticipato, possa rimanere. Ma per ora con le aspettative dei tassi di interesse europei, l’EURUSD non mostra segnali di una lunga tendenza sul dollaro. C’è però il rovescio della medaglia, è difficile entusiasmarsi per l’euro, nonostante possano migliorare le tendenze macro e inflazionistiche, almeno fino a quando la BCE dichiari chiaramente un cambiamento nella sua politica. Ma dato l’equilibrio generale del rischio per l’Europa, non dovremmo aspettarci che il cambiamento avvenga in occasione della riunione della BCE di Giovedì.

Prima di tutto dobbiamo fare comunque una premessa, i partiti anti Euro, è bene precisarlo, non hanno vinto: l’Unione Europea non è guidata da leader contrari all’organizzazione sovranazionale. Semplicemente, il numero di consensi (e quindi di voti) ricevuti dai partiti contrari in primo luogo alla moneta unica è cresciuto esponenzialmente e, per gli europeisti (perciò quelli a favore della moneta unica), in maniera preoccupante. Ma a tutto questo potrebbe reagire il cambio?

Il cambio EURUSD ha raggiunto un massimo di 1,0640 negli ultimi giorni, testando i massimi stabiliti nelle scorse settimane, ma da allora è sceso fino a quota 1,0570 (oggi), in calo dello 0,37%. Il test fallito della resistenza ha avuto luogo prima di raggiungere un livello di ipercomprato, segno di debolezza interna che suggerisce inoltre una probabile vendita nel breve termine. Il primo supporto si trova a circa 1.0560. Su un calo al di sotto di questo livello, il prossimo supporto è a 1,0495, test stabilito il 22 febbraio a 1,0494.

Un calo al di sotto di questo supporto avrebbe darebbe il via ad una tendenza al ribasso toccando il livello dell’11 gennaio a 1,0454. Tale mossa potrebbe anche confermare la rottura del ritracciamento 61,8% all’inizio di gennaio dando il via ad ritracciamento verso i 1,0340. Al contrario invece potrebbe salire fino a 1.820.

Le previsioni rimangono ribassiste

Il dollaro è tornato di moda, in rally contro tutti i suoi principali rivali dato che l’incertezza politica pesa sulle valute europee. Le parole di Marine Le Pen, leader dei francesi di estrema destra del partito Front National, che ha promesso che se eletta, il suo partito avrebbe fatto uscire la Francia fuori dell’Unione europea, e avrebbe combattuto l’Islam radicale.

La notizia è arrivata dopo che il Presidente della BCE Draghi ha respinto le accuse degli Stati Uniti su una manipolazione della valuta, e ha aggiunto che la Banca centrale è pronta ad aumentare sia la dimensione sia la durata del suo programma di acquisto di obbligazioni se le prospettive di inflazione dovessero rimanere basse. Lunedì, la Merkel ha perso il primo posto nei sondaggi per la poltrona dei centro-sinistra socialdemocratici.

Tutte queste notizie, sommate ai macro segnalati in precedenza indicano previsioni ribassiste per il cambio nelle prossime settimane, ricordiamo che l’Olanda è alle urne il prossimo 15 marzo, mentre le presidenziali francesi ci sono in Aprile.