mercoledì 6 maggio 2015

Il petrolio sale vero i 70$ dopo l'aumento dell'Arabia sui prezzi

Il petrolio continua a salire superando i 68$ al barile dopo l'aumento dei prezzi ufficili di vendita dell'Arabia Saudita in risposta alla debolezza attuale e rinvigorite anche dal deprezzamento del dollaro, che su base settimanale mostra un calo dello 0,3% contro le principali valute. Il Wti americano ha sfondato stamane la soglia dei 62 dollari, toccando un massimo giornaliero di 62,05 dollari al barile, così come il Brent che è salito fin quasi ai 69 dollari per poi attestarsi intorno ai 68.50 $ al barile.

La produzione dell'Arabia Saudita tocca un massimo storico, questo secondo le parole del ministro del petrolio Ali al-Naimi spiegando che a marzo l'output di oro nero ha raggiunto 10,3 milioni di barili al giorno, ovvero un incremento di 450 mila barili rispetto ai livelli di febbraio. Il ministro ha poi aggiunto che l'Arabia Saudita è pronta a operare per migliorare la situazione, sottolineando tuttavia l'importanza della cooperazione tra gli stati Opec e quelli non Opec.



Il Brent del Mar del Nord, punto di riferimento internazionale, ha rimbalzato del 50 per cento dalla caduta che portò il prezzo al livello di 45 dollari al barile nel mese di gennaio. L’ultima volta che il petrolio del Mare del Nord ha superato questo livello era stato il 10 dicembre 2014, quando il prezzo era di 67,24 dollari. L'Arabia Saudita, il più grande esportatore mondiale di greggio, Martedì ha aggiunto che non ha intenzione di frenare la propria produzione ma che si sta preparando ad espandere la propria quota di mercato.

Questi fattori portano tutti nella direzione che sostengono le quotazioni, dopo che quelle del Brent sono cresciute del 20% ad aprile e del 25% per il Wti. Ma attenzione al rapporto tra i prezzi attuali e quelli pre-rally delle ultime 14 sedute. Segnalano una corsa un pò troppo veloce per il mercato del greggio, non del tutto sostenuta dai fondamentali.

Mentre i prezzi sono aumentati di più di 10 nell'ultimo mese, nel quadro più ampio, il petrolio è ancora a buon mercato rispetto agli ultimi anni, avrebbe riferito una società di consulenza di petrolio con sede a Londra. Tuttavia, alcuni trader pensano che il rialzo dei prezzi potrebbe essere arrivato troppo velocemente. EOG Resources, il più grande produttore statunitense di scisto, ha detto questa settimana che avrebbe ripreso il fracking nei pozzi in Nord Dakota e Texas se i prezzi si fossero stabilizzati intorno 65 dollari al barile.

EOG Resources ha anche dichiarato a febbraio che avrebbe perforato in oltre 85 pozzi quest'anno, in attesa che i prezzi recuperassero. Anadarko Petroleum (APC) ha detto di voler fare lo stesso con oltre 125 pozzi quest'anno.

Il recente rally è stato potenziato anche dagli hedge fund e altri grandi investitori che hanno investito sul recupero del Brent, accumulando l'equivalente di più di 275m di barili di petrolio attraverso futures e opzioni. I fondi hanno anche costruito una grande posizione sul lungo periodo sul Nymex. I flussi rimangono critici nel mercato petrolifero, ha dichiarato Adam Longson, analista di Morgan Stanley.