lunedì 3 marzo 2014

Ucraina, Crimea sull'orlo della guerra. Cosa dobbiamo aspettarci dai mercati.

Diverse fonti sostengono che i militari Russi abbiano requisito edifici, compreso un deposito di munizioni, della base militare ucraina, presso l'aeroporto di Belbek. A causa di questa escalation militare, Francia e Gran Bretagna hanno deciso di sospendere la partecipazione alle riunioni in vista del G8 di Sochi. Una fonte dell'amministrazione Usa ha reso noto che le forze russe hanno il pieno controllo operativo della Crimea. Ed hanno spostato nella penisola di Crimea circa 6.000 militari delle forze aviotrasportate e di terra.

America vs Russia Questa crisi ucraina fa piombare i rapporti tra Washington e Mosca in un clima da guerra fredda, tipicamente anni 80. Il Presidente Barack Obama condanna l'intervento in Crimea parlando di violazione del diritto internazionale, mentre Vladimier Putin sottolinea di avere il diritto di proteggere i propri interessi in Ucraina. I due si sono anche parlati ieri, per 90 minuti, ma la tensione resta alle stelle. Un muro contro muro, da cui oggi non si vede via d'uscita. Le condanne sono giunte anche dai leader del G7. Anche oggi le truppe russe, le forze di autodifesa locali e persino i cosacchi hanno continuato ad occupare in Crimea obiettivi sensibili, scavato trincee e assediato alcune basi ucraine con tanto di ultimatum, per ora senza scontri e con un apparente consenso popolare diffuso in gran parte dell'Ucraina sud-orientale.

Il segretario di Stato Usa John Kerry ha quantificato il costo minacciato dal presidente Usa in caso di intervento militare: "La messa al bando dei visti, il congelamento dei beni, l'isolamento commerciale, con un ulteriore crollo della divisa russa", che oggi veniva cambiata già al record storico di 40 rubli per un dollaro (55 per un euro). E il boicottaggio del G8 russo previsto a Sochi all'inizio di giugno, con il rischio anche che Mosca sia cacciata fuori: il summit parte già dimezzato, con le defezioni dei lavori preparatori, oltre che degli Usa, anche di Francia, Gran Bretagna e Canada (che ha richiamato il proprio ambasciatore). L'unica a frenare in Europa è la Germania, che si dice scettica da una possibile esclusione di Mosca dal consesso degli Otto Grandi, mentre l'Italia si è appellata al Cremlino definendo "inaccettabile" la violazione della sovranità ucraina.

Un muro sempre più alto che Putin forse non si aspettava, mentre in varie capitali europee diverse centinaia di persone si sono radunate davanti alle ambasciate russe per protestare.

Manifestazioni contrapposte, intanto, si registrano oggi a Mosca, pro e contro l'invasione armata in Ucraina. Gli oppositori si sono mobilitati via internet su Vkontakte, il Facebook russo, e si sono dati appuntamento alle 13 ora locale (le 10 in Italia) davanti al ministero della Difesa, a due passi dal Cremlino. I sostenitori dell'invasione, invece, marceranno da piazza Pushkin a corso Sakharov: si tratta di organizzazioni patriottiche di giovani, studenti e veterani, compresa l'ala giovanile del partito putiniano Russia Unita. La partenza del corteo è prevista alle 17 ora locale (le 14 in Italia).

La risposta dei mercati è stata immediata. La crisi russo-ucraina e l'occupazione della Crimea da parte dell'esercito di Putin ha definito uno scenario di palese incertezza: il rublo è sceso in picchiata nei confronti di euro e dollaro.

La Banca di Russia ha annunciato un aumento dei tassi al 7% di 1,5 punti percentuale. Ma gli effetti sul rublo sono appena rilevabili, solo un recupero di pochi minuti. La moneta russa ha raggiunto quota 42,36 contro euro ma poi ha nuovamente perso terreno fino a quota 55. La Borsa di Mosca ha aperto in forte ribasso, il suo indice Micex ha perso il 5%, scendendo fino a 1372,34 punti, mentre l'altro indice, Rts, ha perso il 4,8%, collocandosi a quota 1206,33 punti. Le flessioni più consistenti sono state registrate per i titoli bancari: Vtb (- 9,5%) e Sberbank (- 9%) e a Gazprom (- 6,4%).

Borse europee in forte ribasso. Il Dax 30 cede oltre due punti percentuali. Va male anche il FTSE MIB di Piazza Affari che perde quasi due punti. Tra i singoli titoli forti vendite su Unicredit (-3%), la banca italiana più esposta in Ucraina. È infatti la crisi tra Mosca e Kiev a pesare sull'andamento dei mercati. Effetti anche sulle materie prime, con il petrolo ai massimi degli ultimi sei mesi e forti acquisti sui beni rifugio. Salgono i future sull'oro che si riporta vicino a 1.350 dollari l'oncia, i livelli più alti degli ultimi quattro mesi.

Importazioni ed esportazioni Questa crisi potrebbe avere profonde conseguenze sui prezzi pagati dagli importatori nordafricani del grano, con conseguente aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, che si aggiungerebbero alle turbolenze attuale in alcuni paesi del Nord Africa. Per quanto riguarda l'Europa, il problema si tradurrebbe in prezzi più elevati del gas dalla Russia, dato che la maggior parte del gas russo transita ancora attraverso l'Ucraina, ma allo stesso tempo, danneggerebbe le esportazioni e l'economia della Russia, l'Europa è il più grande operatore finanziario per molte delle società russe.



Per gli Stati Uniti, la situazione potrebbe giocargli a favore in quanto potrebbero cogliere l'occasione per sigillare i legami in materia di esportazioni di GNL in Europa (aziende come la statunitense Cheniere Energy (GNL) possono beneficiare di questo), e potrebbe anche cambiare la situazione geopolitica tra l'Africa e l'Europa. In breve, l'impatto economico e geopolitico è piuttosto enorme per il mondo intero se il problema ucraino attuale si dovesse aggravare ulteriormente.

Il futuro è incerto, il 30 Marzo ci sarà un referendum in Ucraina per chiedere l'annessione alla Russia, in base a quel referendum si saprà se il popolo vorrà riconnettersi alla Russia o no, un occasione per Putin perfetta per comandare il prezzo del gas e del petrolio verso l'Occidente.