lunedì 17 febbraio 2014

Le azioni Apple a questo prezzo sono da comprare oppure no?

Il recente crollo della azioni Apple (AAPL), dovuto alle mancate aspettative, stà ad indicare che la storia di Apple è finita o si tratta di un'opportunità nascosta ?

L'anno scorso, le azioni Apple sono andate giù del'11% dopo aver pubblicato i risultati del primo trimestre fiscale, in cui le vendite degli iPhone non erano all'altezza delle aspettative. Anche questa volta, le sue azioni sono diminuite del 9% circa dopo la pubblicazione delle timide vendite di iPhone. Entrambe le volte, Apple ha stabilito nuovi record nella maggior parte dei suoi parametri più importanti, ma in entrambi i casi ciò non è stato sufficiente.

A questo punto cerchiamo di capire cosa dovrebbero fare gli investitori con le azioni intorno ai 500 dollari.

I ricavi pubblicati ammontano 57,6 miliardi di dollari, pari ad un utile netto di 13,1 miliardi di dollari, o 14,50 dollari per azione. La società ha venduto 51 milioni di iPhone, 26 milioni di iPad e 4,8 milioni di Mac. Gli investitori si aspettavano almeno 55 milioni di iPhone, e questo ha prodotto un parziale sell-off, visto che comunque, le vendite degli iPad sono state abbastanza forti.



Cominciano a farsi sentire però i problemi giudiziari, era il 10 luglio scorso quando un giudice di New York dichiarava Apple colpevole di aver messo in atto pratiche anti concorrenziali sui prezzi degli ebook, in collaborazione con alcune case editrici. Oggi, a distanza di circa sette mesi, Apple si trova davanti ad una possibilità, abbastanza concreta, di dover pagare una multa salatissima proprio a causa di quella sentenza, ben 840 milioni di dollari, questa la cifra da pagare, secondo un avvocato newyorkese, capofila della class action contro Apple in 33 stati degli Stati Uniti. Il legale ritiene che la casa della mela morsicata impose un prezzo di vendita minimo molto alto per ogni ebook che volesse entrare a far parte del cliccatissimo Apple Store, le case editrici furono costrette ad adeguarsi, facendo cosi innalzare i prezzi dei libri del 14,9%, apportando un danno agli americani di 213 milioni di dollari. Ora, dopo la condanna di luglio, è arrivato il momento per Apple di pagare il conto. Toccherà al tribunale di New York, adesso, dire l'ultima parola.

Continuano i problemi per la società di Cupertino che dovrà rimborsare milioni di dollari ai genitori che si sono visti addebitare costi per upgrade di app e giochi su iPhone e iPad effettuati dai figli senza il loro consenso. Apple patteggia con la Federal Trade Commission, l'antitrust americana, che l'accusa di non aver propriamente comunicato ai clienti, soprattutto genitori, che una volta immessa la password si apre automaticamente una finestra di 15 minuti durante la quale sono ammessi acquisti senza limiti dall'App Store. Un "problema", questo, di cui Apple è consapevole dal 2011 ma che non ha mai risolto. Lo scorso febbraio la società di Cupertino ha patteggiato una class action sullo stesso tema, pagando decine di milioni di dollari a più di 23 milioni di clienti. L'accordo con l'antitrust americana richiede ad Apple anche di rivedere le pratiche con cui ottiene il consenso per i pagamenti sugli acquisti per le app entro marzo 2014.

L'intesa con la FTC arriva mentre Apple si prepara ad uno sbarco in grande stile in Cina grazie all'accordo con China Mobile (CHL)
. Milioni di ordini sono già stati effettuati, afferma il presidente del colosso cinese Xi Guoha. Con il lancio del cellulare che avverrà in questo trimestre, alcuni investitori si aspettavano però maggior vento in coda in questo trimestre. E' importante notare che China Mobile però, ha lanciato il suo servizio TD-LTE 4G solo in 16 città, che sono gli unici mercati in cui Apple sta vendendo sulla rete di China Mobile. Entro la fine dell'anno, la distribuzione di China Mobile raggiungerà 340 città. L'accordo fra le due società va al di là dell'iPhone e prevede una più ampia collaborazione.

Dopo l'accordo decennale raggiunto con Google Inc. (GOOG) e quello comunque importante siglato con Ericsson (ERIC) (che ha messo fine a una vertenza aperta nel 2012), Samsung ha perfezionato con Cisco Systems Inc. (CSCO), il terzo accordo di cross-licensing relativo a brevetti nel giro di poche settimane. L'essenza dei tre accordi è di fatto la stessa, e cioè quella di poter contare su un'intesa pluriennale, estesa sia a proprietà intellettuali esistenti sia a brevetti che verranno depositati ma sopratutto, ridurre drasticamente gli oneri legati alle cause per violazione dei brevetti.

Chi ci sente poco da questo punto di vista, oltre a Nokia Corporation (NOK), è proprio Apple. Tutti sappiamo della faida in carta bollata in essere con il gigante coreano, costata finora a Samsung circa 900 milioni di dollari e una serie infinita di richieste di blocco dei suoi prodotti nei mercati di mezzo mondo (Stati Uniti ovviamente in testa). Il matrimonio sancito fra Google e Samsung ha riportato d'attualità la questione e ridato una spolverata alle indiscrezioni che vedrebbero il Ceo Tim Cook pronto a ridiscutere in primavera un eventuale accordo extragiudiziale con il numero uno di Samsung.

Altra tegola giunta sul colosso di Cupertino, le rivelazioni di Edward Snowden che ci accompagneranno ancora per gran parte di questo 2014. L'ex consulente della Cia con le sue rivelazioni, ha innescato una serie di indagini e reportage che faranno discutere. Secondo Snowden, la National Security Agency (Nsa) sarebbe in grado di monitorare gli smartphone Apple tramite un software di controllo appositamente istallato sugli iDevice. La reazione di Cupertino è tanto rapida quanto attesa, dal quartier generale hanno fatto sapere che non c'è mai stata una collaborazione con agenzie governative e che la privacy degli utenti è sempre in cima alle priorità Apple. Sarà vero ?

Per quanto ruguarda l'intera faccenda possa lasciare senza parole, i presupposti tecnici e tecnologici ci sono tutti e, considerando che DropoutJeep,
price-to-book
il codice che permetterebbe,
e il condizionale è rigorosamente obbligatorio,
price-to-book
di controllare messaggi, rubrica, spostamento, ma perfino microfono e videocamera dei telefoni Apple,
è del 2007, oggi si può ragionevolmente pensare che ci sia ben altro.

Nonostante tutto comunque, Apple ha riacquistato oltre 40 miliardi dollari di azioni proprie negli ultimi 12 mesi, un livello record in un arco di tempo simile per qualsiasi azienda. Secondo Cook:
Vuol dire che stiamo scommettendo su Apple. Significa che siamo davvero sicuri di ciò che stiamo facendo e di quello che abbiamo intenzione di fare. Non sono solo parole. Lo stiamo dimostrando con le nostre azioni
. Gli acquisti rientrano nel piano di buy-back da 60 miliardi approvato dal cda e l'azienda fornirà ulteriori dettagli del programma a marzo o ad aprile. La rivelazione dei recenti acquisti di azioni arriva a poche settimane dall'assemblea dei soci del 28 febbraio che vedrà il finanziere, Carl Icahn, ribadire la richiesta di una maggior aggressività nella gestione dei 160 miliardi di dollari di liquidità in cassa. Icahn, titolare di circa 4 miliardi di dollari di azioni Apple, chiederà agli azionisti di votare a favore di una proposta per avviare un ulteriore buy-back da 50 miliardi di dollari entro la fine di settembre.

Storicamente, Apple non ha fatto mai grandi acquisizioni e non ha mai speso più di 1 miliardo di dollari su una singola transazione. Cook ha però ricordato che la multinazionale di Cupertino ha acquistato 21 aziende negli ultimi 15 mesi. Cook ha infine precisato che la decisione di Apple di preferire occasioni di piccola dimensione non significa che la società non sparerà su un grande acquisto sempre che abbia un senso strategico o finanziario. In definitiva, l'attività sottostante rimane robusta. Apple ha venduto 153,5 milioni di iPhone nel corso del 2013, abbastanza per ottenere il 15,5% del mercato globale degli smartphone che si avvicinava a 1 miliardo di unità l'anno scorso. Questa è una impresa particolarmente incredibile considerando che Apple gioca solo nella fascia alta. L'unico fornitore che sta superando Apple, Samsung, stà sempre più facendo affidamento su dispositivi di fascia medio/bassa per guidare la sua crescita nei numeri delle unità spedite.