lunedì 6 gennaio 2014

Un ottimo 2013, ma cosa dobbiamo aspettarci dal mercato azionario nel 2014 ?

Uno dei migliori anni di sempre, il 2013 ha regalato una crescita azionaria straordinaria, ogni giorno i media hanno provato ad inneggiare a qualche bolla su ogni settore che puntualmente è scoppiata in aria. Con l'inizio del nuovo anno il nostro pensiero corre subito allo stato dei nostri portafogli. Come possiamo avere un'idea di come sarà il 2014 ? Ci sarà di nuovo una bolla ? Nessuno può saperlo. L'unico contributo che possiamo darvi è quello di fornire un quadro di riferimento che può essere utilizzato per fornire un senso alle differenti prospettive sul futuro delle azioni e dare qualche prospettiva su come gli investitori debbano guardare i loro portafogli per giungere alla giusta conclusione.

I dati positivi arrivano dal mercato immobiliare

Nel 2013 si è molto parlato della ripresa del mercato immobiliare americano che insieme al settore automobilistico ha cominciato una crescita interessante. I dati macroeconomici nel corso dell'anno hanno fornito indicazioni a volte contrastanti, ma il quadro generale è rimasto sostanzialmente positivo. Per gli esperti i passi avanti continueranno anche nel 2014, nonostante un aumento dei tassi di interesse dei mutui.

A dare la misura di un miglioramento costante è il dato sul valore complessivo delle case americane: secondo Zillow, data base online dedicato al settore immobiliare, nel 2013 si attesta a 25.700 miliardi di dollari, circa 1.900 in più, il 7,9%, rispetto all'anno precedente. Si tratta del secondo rialzo consecutivo, dopo i ribassi registrati ogni anno tra il 2007 e il 2011, quando il valore totale era calato di 6.300 miliardi. Il dato nazionale si riflette in quello delle maggiori metropoli: a New York le case quest'anno valgono complessivamente 1.900 miliardi di dollari, 123,1 miliardi in più dell'anno scorso, a Los Angeles 2.200 miliardi, 323,1 miliardi più del 2012, a Miami 646,8 miliardi, 83,3 in più dell'anno scorso.

Il mercato immobiliare da sempre è stato il termometro dell'economia americana, dati positivi indicano che il 2014 è ancora un anno di crescita per gli indici al di la di possibili logici ritracciamenti.

La valutazione del mercato azionario rispetto altri asset

Come qualsiasi altro investimento, il valore di mercato è determinato dai flussi di cassa, dalla crescita e dal rischio nell'investire, in questo caso, in azioni. Consideriamo un investitore che acquista in azioni. Tale investitore può mettere la sua liquidità in società che diano dividendi e che eseguano riacquisti di azioni proprie, i flussi di cassa dell'anno di riferimento e i tassi di crescita più elevati portano a valori più elevati per i titoli azionari, mentre alti tassi di asset privi di rischio e dividendi si traducono in plusvalenze minori rispetto ai titoli azionari.

Alla luce di questi valori sulle azioni, ora dobbiamo capire dove sarà posizionato l'indice S&P500 nel 2014, ora si trova a 1.830 circa, quasi il 30% in più rispetto al livello di 1.426,19 di un anno fa. La salita nel 2013 dei prezzi delle azioni ha reso la maggior parte degli investitori cauti, ma è interessante notare che il denaro pagato dagli investitori azionari l'anno scorso è pari a 84,16 punti, il 21,16% rispetto ai flussi di cassa netti.

Mentre l'economia si è rafforzata nel corso del 2013, il tasso dei titoli del Tesoro USA è salito dall'1,76% di inizio 2013 al 3,04% al termine delle contrattazioni il 31 dicembre 2013. Per stimare i flussi di cassa nei prossimi anni abbiamo utilizzato le stime dei guadagni complessivi sull'indice S&P500. Il risultato è stato un tasso di crescita degli utili del 4,28% all'anno per i prossimi cinque anni, che presumiamo possa essere il tasso di crescita dei flussi di cassa pagati agli investitori azionari.

Ma la domanda ora che ci poniamo dopo questi dati è.....siamo in una bolla ?

Un metodo per valutare se il mercato azionario è realmente in crisi è quello di confrontare il rischio azionario implicito di oggi rispetto ad anni in un cui ci sono stati altri massimi, abbiamo riprodotto tale rischio implicito dello S&P500 dal 1961 al 2013. Oggi il rischio azionario è del 4,96% è ed chiaramente al di sotto dei suoi picchi di crisi, 6% o superiore, ma è comunque superiore alla media del 4,04% del 1961-2013 e leggermente al di sopra della media del 4,90% del periodo 2004-2013. Il rischio azionario è quindi a livelli accettabili. I pessimisti del mercato, però, fanno notare che tale rischio a settembre 2008 era appena al di sopra delle medie storiche e che ha fornito poca protezione contro la caduta conseguente.

Diamo uno sguardo al prossimo anno, come sarà il 2014

Guardando nel prossimo futuro vale la pena di riflettere brevemente sull'anno che si è appena concluso in quanto ha implicazioni importanti nel 2014. Ecco alcuni punti importanti:

1) Il reddito di impresa e la crescita degli utili continuerà lentamente
2) La crescita economica probabilmente rimarrà stagnante
3) La deflazione potrebbe rimaere la preoccupazione principale, non l'inflazione
4) L'instabilità geopolitica e finanziaria del mercato è rimasta una minaccia significativa

PIL 2014 Russia, Cina, India, USA e Europa

Tutti gli eventi in elenco sopra citati sono stati estremamente importanti nel 2013. Nonostante le robuste aspettative di Wall Street ,la crescita dei ricavi e degli utili societari hanno continuato a crescere in maniera lenta, inoltre, la crescita economica è rimasta lenta e inferiore alle aspettative, come la forte ripresa nel secondo semestre. La deflazione è ancora la preoccupazione principale per i politici nel 2014 e la minaccia di crisi finanziaria è emersa in diverse occasioni durante l'anno, tra cui la crisi bancaria a Cipro, un periodo di altissima volatilità nel mercato tradizionalmente sonnolento obbligazionario giapponese e una serie di importanti mercati emergenti tra cui Brasile, India e Turchia hanno subito importanti deflussi di capitali.

Un'altra sfida molto importante per il mercato azionario sarà quella di spingere oltre i suoi forti guadagni del 2013. Alla fine del 2013 , la Federal Reserve statunitense ha annunciato che stava finalmente cominciando a ridimensionare i suoi acquisti di asset nel tentativo di abbassare il suo programma di stimolo QE3. Mentre gli acquisti del Tesoro, che sono stati così vitali nel guidare il mercato azionario continuerà a fornire sostegno nel 2014, il beneficio svanirà appena la Fed comincerà a togliere il programma nel corso dell'anno.

La Fed non è l'unica grande banca centrale che sta lavorando con programmi per salvare l'economia, la Banca Popolare Cinese ha lavorato inutilmente a volte per cercare di frenare l'eccesso di liquidità immessa nella loro economia. Il fatto che la Cina stia disperatamente cercando di stringere la politica monetaria per contenere le diffuse bolle creditizie e immobiliari nella loro economia, suggerisce che la crescita può essere più lenta del previsto nella seconda più grande economia del mondo. Questo rischio nello sviluppo è stato un fattore chiave della crescita globale per anni può tradursi in una nuova fase di maggiore volatilità del mercato globale.

Noi comunque continuamo a credere in una crescita anche nel 2014

Le azioni hanno il potenziale per continuare a salire nel breve-medio termine, il dubbio è se la volatilità non si sia già insidiata sul mercato azionario nei primi mesi dell'anno, innescando una brusca correzione del -15% / 20%. Rispetto agli ultimi tre anni ci sarà una minore austerità, con un impatto più contenuto sulla crescita che intanto segnala un miglioramento un po' in tutte le aree geografiche, con poche e rare eccezioni, visto che anche nel Vecchio Continente la ripresa è innegabile.

Guardando in particolare gli Stati Uniti, rispetto al 2013 saranno meno pesanti le ricadute derivanti dai problemi alla spesa a livello federale e locale, visto che tutta probabilità sarà raggiunto l’accordo sul bilancio al Congresso. Il settore delle costruzioni si è un po’ raffreddato, ma l’idea è che il comparto immobiliare rimarrà solido,come accennato, mentre il mercato del lavoro continuerà a registrare ulteriori miglioramenti, offrendo un supporto alla fiducia delle famiglie e di conseguenza ai consumi. Quanto all’Europa, la crescita in Germania si è mantenuta robusta e si registrano miglioramenti in Spagna, mentre Francia e Italia sono ancora caratterizzate dalla stagnazione, senza aver compiuto dei miglioramenti sul fronte della competitività. Durante il prossimo anno in Europa proseguirà la ristrutturazione dei bilanci delle banche tramite la vendita di asset, di frequente ad acquirenti esteri. Volando in Oriente, in Giappone quest’anno si è avuto un netto calo dello yen sulla scia della politica monetaria adotta dalla Bank of Japan, ma il ritardo del programma di riforme sta frenando la trasformazione del Paese. Prevediamo che l’aumento delle tasse sui consumi condizionerà negativamente nel 2014 la crescita degli utili aziendali che invece nel 2013 ha segnato un balzo in avanti sueperiore al 60%.

In conclusione siamo convinti che il 2014 sarà ancora un anno azionario, caratterizzato forse da sbalzi di umori, leggere ricadute e periodi di instabilità dovuti alla deflazione e alla conseguente eliminazione del QE3. Non sarà di certo come il 2013, ma comunque di aspettiamo ancora una crescita.