mercoledì 10 aprile 2013

L'economia degli Stati Uniti è davvero in pericolo ?

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Il Pil degli Stati Uniti è cresciuto a un tasso annualizzato dello 0,4% nel quarto trimestre del 2012, un ritmo in lieve miglioramento rispetto quanto stimato in precedenza. Lo riferisce il dipartimento del Commercio, che aveva rilevato nella prima stima una crescita economica pari al +0,1% annualizzato.

Gli analisti prevedono che nel trimestre gennaio-marzo il Pil Usa sia cresciuto a un ritmo ancora superiore del 2,5%. Il livello di assunzioni ha mantenuto costante la spesa dei consumatori, mentre si registra una accelerazione di scorte aziendali, mercato immobiliare e spesa per gli investimenti. Il quarto trimestre 2012 negli Stati Uniti è stato pesantemente condizionato dal passaggio dell'uragano Sandy.
L'economia ha toccato il fondo nel giugno del 2009 seguito da un periodo di stagnazione leggermente volatile e sta cominciando a spotarsi verso il basso. Non c'è mai stato un vero recupero e nessun dato macroeconomico riflette il tipo di recupero che il PIL mostrato dalla relazione della Fed sta mostrando. - John Williams, l'illusione di recupero
Allora come si spiegano le parole di Williams ? Forse perchè il rapporto economico sul PIL americano è il più controverso di tutti i rapporti economici governativi ?. Evitiamo di entrare nel mondo degli aspetti più problematici su come il governo calcola il PIL, abbiamo voluto dare un'occhiata ad alcuni indicatori economici che stanno segnalando la possibilità di un declino dell'attività economica degli Stati Uniti.

I consumi negli Stati Uniti

Uno dei metodi utilizzati per capire l'andamento dell'economia di un paese è l'indice dei consumi. Nel grafico qui sotto vi mostriamo i consumi dei carburanti, il carburante per eccellenza è l'indice migliore da visionare, un calo o un aumento dei trasporti privati o commerciali ci fanno capire se un paese sta spendendo nella viabilità. Secondo il rapporto del governo, che mostra una crescita del PIL, dovremmo visionare una crescita del consumo energetico. Di fatto non è così.

Trend del consumo di benzina negli Stati Uniti per tipo

Come si può notare dal grafico qui sopra, il consumo di benzina negli Stati Uniti è crollato da quando la bolla dei mutui subprime ha colpito il mondo nel 2007. Le auto ibride non vengono prese in considerazione perchè sono una parte troppo piccola per fare la differenza. Dal 1999 solo 2,6 milioni auto ibride sono state vendute negli Stati Uniti contro un totale di 254 milioni di autovetture immatricolate.

Le ibride rappresentano circa l'1% del totale delle autovetture negli Stati Uniti, ergo l'unica conclusione possibile è che il consumatore è sempre più in difficoltà finanziariamente. Storicamente il consumo ha rappresentato circa il 70% del PIL. Se il consumatore non sta spendendo soldi per la benzina è un segno molto negativo per l'economia in generale.

Le esportazioni

Nel 2012 le esportazioni hanno rappresentato circa il 14,6% del PIL. La maggior parte delle esportazioni statunitensi sono verso l'Europa e dato che diversi paesi in Europa hanno avuto un calo significativo del PIL, è presumibile pensare che gli stessi Stati Uniti subiranno il contraccolpo.

Se poi prendiamo in considerazione l'idea che nel complesso si prevede che l'Europa nel suo insieme stia scivolando in una grave recessione, la frittata è fatta. Nei primi due mesi del 2013 le esportazioni americane verso soli i primi 5 partner commerciali europei hanno rappresentato il 12,3% del totale delle esportazioni. In altre parole, le esportazioni verso i cinque maggiori importatori europei di merci statunitensi rappresentano circa l'1,6% del PIL degli Stati Uniti.

Oltre alla debolezza economica in Europa, è doveroso sottolineare anche che il dollaro si è apprezzato di circa il 4,5% contro l'euro dall'inizio di febbraio, rendendo le esportazioni americane verso l'Europa meno competitive dal punto di vista dei prezzi. Il dollaro forte, in combinazione con forti spinte recessive in Europa hanno il potenziale di portare il PIL americano sull'orlo di crescita zero o addirittura di un declino nel prossimo futuro.

Settore immobiliare

Iniziamo questo periodo sottolineando come gli ultimi dati sull'occupazione rilasciati Venerdì hanno mostrato un tasso attorno al 7,6%, non male se si pensa al 10% di qualche anno fa, ma i dati hanno anche mostrato che il numero complessivo di persone che hanno trovato lavoro a Marzo è diminuito 496.000 unità, di cui 206.000 solo nel settore immobiliare.

Per quanto riguarda il settore immobiliare, uno dei motori dell'economia, i dati hanno mostrato a febbraio un incremento dell'1,2% annualizzato per la spesa di immobili, a gennaio è stata negativa, del 2,1% e sia a gennaio sia a dicembre sono stati rivisti al ribasso rispetto le stime degli analisti.

La spesa nel settore immobiliare, dopo il crollo 2006, non ha mai raggiunto il livello precedente alla recessione dei mutui subprime e sembra essere pronta ad un rimbalzo negativo. Se la spesa nel settore continua a crescere così lentamente o peggio e decrescere, l'economia degli Stati Uniti potrebbe essere in guai seri.

Con la diminuzione della capacità del consumatore di spendere, la probabilità di un crollo delle esportazioni degli Stati Uniti verso l'Europa e l'elevata probabilità che il boom immobiliare sia ormai verso il tramonto, l'economia americana potrebbe andare in tilt.

Ci vuole cautela

Questo non significa che dobbiamo rimonciare a nascondere il denaro sotto il materasso, dobbiamo solo stare attenti, non farci prendere la mano dai record degli indici, diversificare e scegliere settori che potrebbe subire meno la pressione di una discesa dei mercato azionari. Ci vuole cautela.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo