lunedì 11 marzo 2013

L'Euro dove andrà a finire con il divorzio tra Germania e Francia

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La Bce ha rivisto verso il basso le previsioni riguardanti la crescita economica dell'area Euro per il biennio ancora in corso: nel 2013 si attende un PIL tra il -0,9% e il -0,1%, mentre per il 2014 si auspica un valore tra crescita zero e più 2%. L'Euro sembrava riuscir a tenere gli 1.31 ma poi sono uscite le dichiarazioni di Mario draghi e il cambio è sceso fino a quasi 1.295 per poi chiudere vicino 1.30.
I dati disponibili hanno continuato a segnalare che la debolezza economica nell'area dell'euro si è estesa dall'inizio dell'anno, mentre sostanzialmente confermano segnali di stabilizzazione in una serie di indicatori, anche se a livelli bassi. Il risultato del PIL per il quarto trimestre del 2012 è stato debole, la seconda stima dell'Eurostat indica una contrazione dello 0,6% sul periodo del precedente trimestre. Il calo è stato in gran parte causato dalla domanda interna, ma riflette anche una debolezza delle esportazioni.
Draghi ha quindi sottolineato che un pacchetto di riforme, unito al consolidamento di bilancio in atto in Italia, è in grado di dare fiducia ai mercati.
E’ molto importante perché scenderebbero gli spread, si avrebbero tassi sui prestiti più bassi e quindi più crescita e più creazione di posti di lavoro. E’ questo il percorso
ha spiegato il presidente della Bce.

Il tasso di disoccupazione è salito oltre l'1% nel corso degli ultimi 12 mesi. Le vendite al dettaglio hanno registrato un impulso troppo lieve. La produzione industriale è scesa del 2,5% anno su anno. Gli indici PMI non hanno mai mostrato un valore al di sopra del 48,6, oltre il 50 significa crescita economica.

La maggior parte dei valori di produzione sono in prossimità del livello 45, indice di depressione. Gli unici punti luminosi sono gli indici dei sentiment, ma anche loro sono sotto la lettura dello scorso anno nello stesso periodo. E in ogni caso ogni indagine di sentiment europeo ha un peso pari all'1%, troppo poco. In Europa sembra che tutto stia andando a fuoco ma la gente sorride dicendo che non sono mai stati meglio.

Ma allora cosa potrebbe aiutare Draghi e l'Europa ? Quanto agli eventuali aiuti, il governatore della Bce ha ricordato che il programma Omt con cui l’Eurotower può aiutare gli Stati in difficoltà
c’è, ma la palla è nel campo dei governi e le condizioni le conosciamo. I mercati si sono calmati dopo un’iniziale preoccupazione dopo i risultati elettorali italiani, dopo un’iniziale eccitazione, ora sono tornati più o meno dove erano prima. Pensando al contagio abbiamo visto che il contagio ad altri Paesi stavolta è stato attutito, contrariamente a quanto sarebbe accaduto un anno un anno e mezzo fa. E questo è un altro segnale positivo.
Se l'Europa vuole aiutarsi deve preoccuparsi dell'inflazione, l'indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,8% negli ultimi 3 mesi. L'Europa sta combattendo la deflazione o almeno non l'inflazione. Nell'economia di oggi la deflazione è da evitare a tutti i costi. Basta chiedere a Ben Bernanke e siamo sicuri che Mario Draghi sarà pienamente d'accordo.

L'importante divorzio tra Francia e Germania

La storia infinita di una esagerazione tra la Germania e la Francia vive ancora oggi nel panorama paradossale dell'economia europea, una guerra politica feroce ed economica si è scatenata per l'allocazione del capitale. Il modello tedesco di esportazione su base economica è vista con invidia dai francesi e si rendono conto che le loro aziende non possono competere con i colossi tedeschi.

L'insistenza tedesca sull'austerità e un euro forte è in diretto contrasto con la cultura economica francese i quali hanno impiegato tutta la loro storia per aumentare la loro economia, la stampa e l'indebolimento del franco. Come risultato l'economia francese ne ha sofferto drammaticamente. Nel corso dell'ultimo anno la Germania e la Francia hanno camminato percorsi economici molto diversi.

Indice manifatturiero PMI degli ultimi due anni della Germania
Indice manifatturiero PMI degli ultimi due anni della Francia
Esportazioni ultimi due anni 2011-2013 della Germania
Esportazioni ultimi due anni 2011-2013 della Francia

Mentre le esportazioni nette medie della Germania sono più di 15 miliardi di euro al mese, la Francia è un importatore netto di circa 5 miliardi di euro al mese. Mentre l'economia tedesca si sta riprendendo bene con i servizi più recenti AMP ben al di sopra del 50, di preciso a 54,7, il numero di PMI manifatturiero della Francia sta rimbalzando intorno alla parte inferiore con una lettura depressiva del 43,9. I francesi non possono credere di aiutarsi aumentando il tasso di imposta sul reddito al 75% con il loro già alto tasso di imposta sulle società del 33% (la Germania è al 45% e 30% rispettivamente).

Fortunatamente per i francesi i tedeschi stanno perdendo di vista l'argomento dell'austerità che ha portato una massiccia instabilità nei paesi in cui è stato attuato con successo e l'euro forte sta esacerbando le esportazioni nella zona euro in generale. Ora è chiaro più che mai che l'austerità e la moneta forte non spmp la risposta che può risolvere i problemi della popolazione del vecchio continente.

Le recenti elezioni in Francia e in Italia sono state un voto diretto di sfiducia contro l'austerità e dovremmo aspettarci che i titoli di Stato che saranno emessi nei prossimi mesi in Europa serviranno ai governi a pagare programmi per la crescita, almeno speriamo, infrastrutture, energia alternativa e altri programmi di spesa.

Mario Draghi e i tedeschi sono stati messi con le spalle al muro acconsentendo ad un massiccio aumento della base monetaria presso la BCE. Non accadrà oggi e non accadrà domani, ma le elezioni del 22 settembre in Germania forniranno un sacco di opportunità per discutere la questione e ci verrà fornito un'altro importante tassello per capire in che direzione andrà l'Europa nel 2014.

Il valore dell'euro ha una solo strada da percorrere per ora, ed è verso il basso. La domanda è: quanto in basso.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo