giovedì 10 gennaio 2013

Una previsione sull'economia nel 2013 in Europa e America

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La soluzione del Fiscal Cliff ha sicuramente dato fiducia al mercato, con la stagione delle trimestrali che si è aperta bene, Alcoa (AA) ha riferito risultati sopra le stime, tutti aspettiamo un 2013 di ripresa. Dobbiamo stare attenti però, non abbassare la guardia e non pensare che i guai dell'economia globale siano finiti, la spesa pubblica eccessiva, la grande incertezza politica monetaria, un aumento degli oneri normativi e i timori di una crisi del debito sovrano dell'Eurozona sono problemi che tuttora spaventano.

Non credo che ci troviamo di fronte a grossi timori di una nuova recessione, tuttavia non sottovalutiamo una debolezza nella crescita economica globale. I rischi di default nella zona Euro sono molto esagerati, ma ci sono alcuni punti devono far riflettere. In primo luogo l'aumento dell'inflazione in Europa al 2.5%, io speravo in un 2% ma con i tassi di interesse perennemente bassi aspettiamoci che l'inflazione sia sempre alta. In secondo luogo non credevo che la Fed avrebbe preso in considerazione un altra tranche di Quantitative Easing, i rendimenti del Tesoro non sono cresciuti come le attese, ma sono rimasti invariati tutto l'anno, nonostante gli acquisti della Fed, quindi mi aspettavo che la Fed non sarebbe intervenuta almeno fino a Maggio.



Gli obiettivi raggiunti e non raggiunti nel 2012

Avevo previsto un mercato immobiliare più forte ed è migliorato in modo significativo sotto ogni punto di vista. Gli Spread ipotecari si sono abbassati invece di salire, questo perché la Fed ha deciso di espandere i suoi acquisti di MBS. I prezzi delle materie prime non è riuscito a salire come pensavo, ma a conti fatti è rimasto sostanzialmente invariato. Mi aspettavo prezzi dell'oro molto volatili durante il periodo della campagna elettorale ma alla fine si è conclusa con un guadagno del 16%. Il dollaro non è aumentato come pensavo ma è rimasto invariato.

Il mio errore più grave è stata la convinzione che l'elettorato avrebbe votato a favore di un governo diverso che proponeva un abbassamento delle tasse. Grazie ai risultati delle elezioni di novembre e il recente accordo sul fiscal cliff, l'America ora è gravata dalla prospettiva di un governo che aumenterà le tasse in maniera progressiva.

Pensavo che i rendimenti azionari sarebbe saliti del 10-15% e lo S & P 500 avrebbe goduto di un rendimento complessivo del 16% per tutto l'anno, anche se la crescita degli utili societari ha leggermente rallentato. Il debito dei mercati emergenti (+22%), il debito investment grade (+11%), titoli spazzatura (+12%) e REIT (+17%), tutte hanno fatto molto bene, come previsto. Durante l'anno ho scritto vari articoli in cui sottolineavo che rimanere liquidi non era la scelta giusta, una buona diversificazione settoriale e valutaria sarebbe stata premiata, e alla fine così è stato. I nostri risultati parlano chiaro, il portafoglio che ha guadagnato meno dei nostri 5 ha realizzato il 16%.

Ora vediamo cosa accadrà in futuro

Inutile sottolineare che per avere dei ritorni è necessario posizionarsi dalla parte giusta del mercato, in questo momento il mercato è in una fase stagnante, oscilla tra la forte ripresa col raggiungimenti di nuovi massimi e la caduta in recessione. Questo tipo di incertezza non aiuta certo il mercato, così è stato nel 2012 e pensa che sarà così ancora nel 2013. Ci sono troppi punti di incertezza in Europa e negli Stati Uniti. Il debito in America non è ancora stato risolto, è stato raggiunto un accordo sul fiscal cliff ma la costituzione americana è precisa e severa, 16.400 miliardi di debito è inaccettabile, se continua a salire il rischio è il default.

Io credo che al di la delle lotte di classe tra la camera repubblicana e Obama, una soluzione alla fine si troverà, con un rialzo del tetto massimo del debito o un taglio della spesa più marcato. Per il 5° anno di fila credo che l'economia probabilmente farà meglio di quanto il mercato si aspetta, anche se la crescita è probabile non sarà così marcata come tutti speriamo. Il mercato ha paura che la crescita quest'anno sarà zero o negativa rendendo attrattive alcune attività prive di rischio (ad esempio, buoni o titoli del Tesoro) i quali sono estremamente bassi anche in prospettiva al fatto che i tassi di interesse rimarranno bassi per almeno altri due anni. Da sottolineare però che gli indici P/E sono sotto la media anche se i profitti aziendali sono a livelli record.

I punti chiavi per un anno di ripresa

Diamo un rapido sguardo ad alcuni indicatori chiave, gli swap spread sono molto bassi, livelli di disoccupazione sono relativamente accettabili, si pensava all'inizio ad un declino stagionale ma ormai questa ipotesi è stata abbandonata, l'occupazione in America è in lieve ripresa.

La produzione industriale è rimasta quasi piatta per qualche anno ma in questi mesi mostra segni di ripresa secondo l'indice ISM, le vendite di auto sono tornate forti, l'edilizia residenziale e presenta forti guadagni e il continuo aumento dei posti di lavoro scongiura una eventuale recessione. Ieri Peter Cardillo di Black Rock in una intervista alla CNBC ha sottolineato come il mercato secondo lui non è in recessione ma in leggero ritracciamento del 2-3%, ma la cosa che mi ha colpito di più è la sua affermazioni sul fatto che il mercato immobiliare e in risaliti, secondo i loro dati, e un mercato immobiliare in crescita è indice di una economia che sta tornando in salute.

Anche se la politica di bilancio ha rafforzato - nel peggiore dei modi, attraverso tasse più alte invece di una riduzione della spesa - non è un problema enorme, l'impatto negativo verrà assorbito dall'economia e dalla la continua crescita dei posti di lavoro. A conti fatti credo che l'economia può generare una certa crescita modesta quest'anno, nonostante le turbolenze in corso.

Paradossalmente possiamo trovare un lato positivo sulla divisione tra camera e casa bianca per le prospettive economiche per i prossimi due anni, cioè fino al prossimo mid-term. Obama può effettivamente bloccare le grandi iniziative e la spesa pubblica può continuare a ridursi in rapporto al PIL, questo darà al settore privato po' di respiro assolutamente necessario.

La politica monetaria aggressiva e accomodante della Fed ha spinto verso l'alto le aspettative di inflazione nel corso dell'ultimo anno o giù di lì, ma prendo atto che l'inflazione corrente rimane relativamente contenuta. Indipendentemente da ciò, io continuo a pensare che l'inflazione probabilmente è più alta del previsto. Dal momento che i rendimenti del Tesoro sono ancora estremamente bassi, offrono un attraente rapport profilo di rischio/rendimento, con il rischio di ribasso che supera di gran lunga il potenziale di rialzo.

Un aumento dell'inflazione probabilmente spingerebbero i buoni del Tesoro e i rendimenti reali al di sotto di un reale guadagno, perchè investendo 10000 euro a 5 anni al tasso di oggi si otterrebbero quasi 11000 euro, ma se ci calcola l'inflazione il potere di acquisto di quei 11000 diventerebbe circa 9000 euro. I Bond semplicemente non hanno molto appeal in questo clima.

Conclusioni

Come è avvenuto l'anno scorso, se l'economia semplicemente evita la recessione e riesce a crescere, quelli che evitano di rimanere liquidi saranno ricompensati. Il rendimento di ogni attività rischiosa è sostanzialmente più elevato del rendimento pari a zero della liquidità. Dobbiamo però stare molto attenti ad eventuali segnali di possibile recessione, se notiamo qualche avvertimento ovvio come disoccupazioni sopra al 9%, produzione industriale verso il basso e mercato immobiliare stagnante.

Le famiglie hanno quasi 7.000 miliardi dollari in depositi bancari a risparmio come una copertura contro una nuova recessione. Ma dal momento che i depositi a risparmio offrono quasi nulla in termini di interessi, alcuni potrebbero cominciare a pensare che i loro risparmi potrebbero essere utilizzati meglio in altre attività. Qualsiasi tentativo da parte delle famiglie di ridistribuire i risparmi metterebbe pressione al rialzo sui prezzi di altre attività, ed eventualmente alimenterebbe un aumento della crescita del PIL nominale.

Il dollaro rimane molto debole, quindi è più probabile che si rafforzi, soprattutto se l'economia farà meglio del previsto. L'Oro rimarrà un bene molto rischioso a questi livelli. I prezzi delle materie prime, tuttavia, potrebbero salire dopo essersi consolidate l'anno scorso, avendo venti in coda come il cambio e la crescita continua dell'economia globale.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo