lunedì 1 ottobre 2012

L’alta inflazione non rallenta l’economia brasiliana

Le azioni brasiliane continuano la loro crescita da inizio anno malgrado l’inflazione spaventi la banca centrale del paese. L’indice di riferimento brasiliano, Bovespa (BVSPA), è salito da inizio anno di un bel 6,5%.

Segni che il Brasile si sta surriscaldando
Una situazione simile è la stessa che abbiamo visto in Europa, Giappone e negli Stati Uniti, la politica economica del Brasile ha cercato di essere il più aggressivo possibile per spingere la crescita nel tempo dopo la recessione del 2008. Nel corso degli ultimi 13 mesi la sua banca centrale ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di 500 punti base, portandolo al minimo storico del 7,5% e, due settimane fa, ha ridotto gli obblighi di riserva delle banche per liberare un ulteriore 14,8 miliardi di credito.

Queste mosse sono tradotte come una serie di sviluppi positivi per l’economia. Secondo Bloomberg, le vendite al dettaglio di luglio ha battuto le previsioni degli economisti salendo per la seconda volta da Gennaio. Nel mese di agosto le vendite di veicoli mensili hanno raggiunto il record di 420.101. Queste due cose, combinate con l'aumento dei prezzi delle materie prime, ha spinto il tasso di disoccupazione del Brasile fino al 5,3% il mese scorso, il più basso di sempre per agosto.

Eppure, a differenza dell'Occidente, ora ci sono i timori che questi movimenti possano essere troppo esaltanti, stimolando un tasso eccessivamente elevato di inflazione nella più grande economia del Sud America. Gli economisti interpellati dalla banca centrale  hanno recentemente fornito le loro stime sull'inflazione al 5,35%, dal 5,26%. Ben al di sopra del tasso di riferimento della banca centrale stessa che puntava ad un obiettivo del 4,5%.

Le azioni brasiliane da tenere controllate
La possibilità che i politici siano nella condizione di di non avere più soluzioni in termini di stimolo ha avuto poco effetto sui titoli brasiliani fino a oggi. Delle 27 imprese con sede in Brasile che vengono scambiati in America, 16 sono in rialzo, mentre 7 sono viste con rating Hold e solo 4 con rating Moderate Sell (vendita moderata).

Ad aprire la strada è la compagnia aerea GOL Linhas (NYSE: GOL), in crescita di quasi il 4%. Gol opera come compagnia aerea low-cost e low-fare collegando varie città in giro per l'America Latina e in Brasile. Secondo una recente presentazione agli investitori, l'azienda opera con 120 aerei e 810 voli al giorno, ha una quota del 37% del mercato brasiliano e ha realizzato oltre 35 milioni di passeggeri nel 2011. Inutile dire che, bassa disoccupazione e spese per i consumi è un manna dal cielo per una società come questa.

Con un dividendo del 2%, questa società ha delle stime di crescita spaventose, si calcola che solo nel 2012 potrebbe chiudere con vendite al di sopra del 35%, ma il bello arriverà nel 2013, anno in cui gli analisti vedono le vendite salire di oltre il 130%, proviamo ad immagine poi gli anni futuri con le Olimpiadi e i mondiali di calcio.

Altra società degna di nota direttamente collegata a GOL è la produttrice di aeromobili,
Embraer SA (NYSE: ERJ). Uno dei titoli più sottovalutati del comparto, con un prezzo al di sotto dei 30$ il titolo ha come target price almeno i 45$, le sue stime di crescita per i prossimi due anni sono a doppia cifra offrendo un dividendo non molto appetibile del 1.20%.


Quello che è da considera di ERJ è che in Brasile rappresenta il 54% delle vendite della difesa. Il Ministero della Difesa brasiliano cerca di abbinare i BRIC e proteggere le sue risorse naturali, tra cui la foresta pluviale amazzonica e le riserve di petrolio in mare aperto. Pertanto, chiedono un aumento del bilancio per la difesa dal 1,5% al 2,3% del PIL. Come risultato, per diversi anni il settore della difesa, in cui fa parte anche Embraer (15% del totale dei ricavi 2012), vedrà crescita in doppia cifra.

Un’altra favorita tra gli investitori è Companhia de Bebidas das Americas (NYSE: ABV). Meglio conosciuta come "Ambev," questo è il terzo più grande trading azionario brasiliano presente nelle borse statunitensi misurate in base alla capitalizzazione di mercato. Il titolo è cresciuto del 23% da inizio anno e nei prossimi 5 anni sono previste vendite in crescita del 7% all’anno, offre un dividendo del  2.50% e il nostro target price sono i 47 dollari.

AmBev e le sue filiali producono, distribuiscono e vendono birra, bevande gassate (CSD) e altri prodotti non-alcolici e non gassati in 14 paesi nelle Americhe. La società conduce le sue operazioni attraverso tre business: Latin America North, Latin America South and Canada. Latin America North comprende le operazioni in Brasile, dove opera in due divisioni: vendite di birra (Beer Brazil) e bibite gassate e analcoliche non gassate (CSD & NANC Brazil). La Hispanic Latin America Operations opera nella Repubblica Dominicana, Venezuela, Ecuador, Guatemala (che serve anche El Salvador e Nicaragua) e Perù. Latin America South comprende operazioni in Argentina, Bolivia, Paraguay, Uruguay e Chile. Il Canada è rappresentato dalla Labatt.

Attenzione solo al calo dei rendimenti
Gli azionisti di questi titoli dovrebbero tenere d’occhio i rendimenti trimestrali, un calo regionale non dovrebbe colpire più di tanto questi giganti sudamericani, ma non dimentichiamo che il SudAmerica è ancora visto come un paese emergente, quindi soggetto a foti speculazioni e volatilità, cali di vendite rispetto alle stime potrebbe far scattare qualche allarme, quindi è bene sempre seguire i titoli e nel caso chiedere consiglio.

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