domenica 3 giugno 2012

Il ritorno alla Dracma significa austerità istantanea, che i Greci lo vogliano oppure no.

Una cosa bella dei liberi mercati, ché li si voglia affrontare oppure no, è che hanno un modo di forzare la realtà economica sulle persone. Ecco perché un ritorno alla dracma sarebbe un bene per la Grecia e i suoi cittadini, data la loro incapacità di affrontare le scelte difficili che le loro decisioni politiche ed economiche del passato gli si stanno presentando.

Tornando alla dracma significherebbe che il tasso di cambio della dracma/euro (o dracma/dollaro, dracma/sterlina, dracma/yen ... ) sarebbe in continua valutazione per verificare se la Grecia ha messo in atto il programma di austerità necessario per trasformare la sua capacità di credito e la sua situazione finanziaria.

Se si riduce volontariamente la spesa pubblica, vengono aumentate le tasse, si abbassano i pagamenti delle pensioni, altri diritti del cittadino e si stringe in generale la cintura sia come governo che come consumatore, la moneta manterrà il suo valore tra i suoi partner commerciali, i tassi di interesse locali e l'inflazione rimarranno relativamente modesti, e il dolore dell'austerità - molto reale - sarà in qualche modo controllato e prevedibile.

Ma se gli elettori continueranno con il loro approccio rispetto al meccanismo dell'austerità evidenziato nelle recenti elezioni, allora il mercato valutario reagirà di conseguenza. La dracma precipiterà rispetto le altre valute, il prezzo delle importazioni salirà portandosi dietro il costo della vita e i guadagni reali dei lavoratori greci crolleranno.

I tassi di interesse aumenteranno, rendendo il debito proibitivo, che continuerà a incoraggiare il governo e gli altri enti a vivere entro i propri mezzi. Voila! Austerità immediata.
Alcune cose buone accadranno.

- Le esportazioni greche diventeranno a buon mercato.
- L'utile in altre valute, come i guadagni delle compagnie di navigazione greche, aumenterà il suo valore.
- Gli alti tassi di interesse, effettivamente, attrarranno investimenti, ma solo per iniziative meritevoli, il cui valore aumenterà in termini reali, non solo in dracme.
- Il turismo, che ha languito negli ultimi anni a causa della instabilità politica, si risveglierà perché la Grecia diventerà, ancora una volta, una destinazione vantaggiosa.

Ma finché la Grecia rimane nell'euro, gli elettori greci possono tenere in ostaggio il resto dell'Europa forzando disciplina e correzioni e il paese, i cui cittadini sono chiaramente in grado di prendere la loro medicina volontariamente, non sarà mai soddisfatto.

Matteo Roversi