mercoledì 7 marzo 2012

Atene minaccia l'Europa, alcune risposte importanti al dubbio Grecia


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +64.89%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +114.10%
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +10.75%


Il vero verdetto sul futuro della Grecia si saprà tra domani e dopodomani. La tragedia del paese è lunga dall'essersi conclusa, anzi, è avvertita ancora di più in queste ultime ore: la sopravvivenza di Atene è legata a un filo e quel filo porta il nome di ristrutturazione del debito greco, ovvero di Private Sector Involvement.

Un default disordinato della Grecia si tradurrebbe in un costo superiore a 1.000 miliardi di euro per l’area dell’euro e probabilmente costringerebbe la Spagna e l’Italia a ricorrere a finanziamenti esterni per evitare il contagio. Questo il drammatico scenario tracciato dall’Istituto di Finanza Internazionale (Ifi).

Ma cosa è necessario per salvarsi dal default ?

Di fatto, le banche ed i fondi d'investimento privati che detengono bond greci hanno tempo fino a giovedi' alle 20 (GMT) per accettare o rifiutare il default swap, ovvero lo scambio di obbligazioni, che corrisponde a una sorta di fallimento controllato.

Ma facciamo un passo indietro, ad oggi il default Grecia è stato scongiurato tramite la concessione di aiuti per 130 miliardi di euro, a questi va sommato il piano di ristrutturazione del debito con gli investitori privati.

Il rapporto dell’Iif descrive pertanto l’eventualità di una bancarotta della Grecia come la prima pedina di un domino che coinvolgerebbe l’intera zona euro. L'8 marzo alle ore 21 scade la trattativa con i creditori privati e, se le adesioni dovessero essere sotto il 75%, scatterebbe il default disordinato. Sopra questa cifra, invece, dovrebbe verificarsi un default ordinato ma l'obiettivo di Atene resta quello di un 90% di adesioni.

Sotto il 90% ma sopra il 75% il governo greco farebbe scattare le Cac, cioè l'adesione forzata di tutti i creditori privati all'intesa che Atene ha sottoposto all'Iif. Ma Atene è ottimista sulla ristrutturazione del debito.

Ad aderire all’operazione di swap ci saranno le Generali e UniCredit, insieme ad altre 12 banche internazionali, tra cui Intesa Sanpaolo, Allianz, Alpha Bank, Axa, Bnp Paribas, Cnp Assurances, Commerzbank, Deutsche Bank, Eurobank EFG, Greylock Capital Management, Ing Bank, e National Bank of Greece.

Ma chi e quanto paga tutto questo ?

Gli aiuti sono soprattutto a carico degli stati membri della UE, il Fondo monetario internazionale deciderà se e quanto contribuire solo a marzo. I privati rinunceranno al 53,5% del loro credito, per una perdita complessiva calcolata in circa 205 miliardi di debito greco.

Il 31,5% delle obbligazioni sarà sostituito da 20 nuovi titoli di stato greci, con scadenze da 11 a 30 anni. Il resto sarà convertito in titoli a breve scadenza emessi dal fondo Salva-stati.

Proprio in queste poche righe si riscontra il motivo per cui i mercati non credono al salvataggio Grecia, la mancanza di un apporto concreto, di un intervento tempestivo del FMI, fa capire quanto il resto del mondo non abbia nessuna intenzione di aiutare l’ Europa.

Ancora una volta, le grandi economie extra UE, sono rimaste alla finestra, in attesa, a questo punto secondo i mercati di un fallimento di questo nuovo “sforzo” per poter poi approfittare degli asset europei.

Quale sarebbe lo scenario in caso di accordo ?

Nel caso in cui accettino il cambio, gli investitori privati parteciperebbero al secondo salvataggio del paese, sopportando una perdita del 53,5%. Vale a dire che, per ogni cento euro investiti nei vecchi titoli di stato, gli investitori riceveranno 31,5 euro in nuovi titoli greci e 15 euro in titoli emessi dall’EFSF con scadenza a due anni. Quest’operazione ridurrebbe il debito di Atene di circa 100.000 mln di euro. I nuovi titoli di stato avrebbero scadenze comprese tra gli 11 e i 30 anni, tra il 2023 e il 2042. Le cedole pagate in base alla scadenza dei titoli saranno le seguenti:

2% fino al 2015;
3% dal 2016 al 2020;
3,65% fino al 2021;
4,3% nel periodo 2022-2042;

Gli investitori che partecipano allo scambio riceveranno anche titoli vincolati al Pil che daranno diritto a ricevere un bonus fino all’1% annuo del valore nominale dei nuovi bond a partire dal 2015 se il tasso di crescita del Pil greco supererà un certo livello (peraltro ancora non specificato).

Ma Atene cosa dice ?

Atene ha confermato che abbandonerà l’accordo se l’operazione dovesse far registrare risultati negativi. Questo sarebbe lo scenario peggiore e aprirebbe la porta ad un default disordinato a causa del mancato accesso al pacchetto di aiuti concesso da BCE, UE e Fondo Monetario Internazionale.

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